venerdì 30 luglio 2010

Una ragazza salva la spiaggia dei sogni

Ciao a tutti, stamattina su corriere.it ho letto un articolo molto bello.
Non entro nel merito della faccenda, ma proprio queste cose sono lo "spirito" di Sapore di Mare.

Adi Lustig, vent’anni, di origine sudafricana, ha salvato dagli speculatori la spiaggia di Palmahim, una delle ultime oasi intatte sulla costa israeliana. Adi vive nel kibbutz costruito nel 1949 sulla baia ed è riuscita a convincere il governo a bloccare il progetto per un villaggio turistico, ville e palazzi a pochi metri dal mare. La battaglia ambientalista è durata due anni e mezzo: per far conoscere la protesta la ragazza si è piazzata in una tenda davanti al cantiere.

mercoledì 28 luglio 2010

Massacro nelle Isole Faroe

Accade nella civile Europa e più di preciso nelle Isole Faroe, in mezzo all’Oceano atlantico tra l’Islanda e la Norvegia.
Un massacro indescrivibile di delfini calderon, una specie molto socievole che avvicina l'uomo per sola curisiosità e docilità, che hanno la sola colpa di fidarsi troppo degli esseri umani.

Le motivazioni ufficiali che spingono questo popolo a compiere queste mattanze le possiamo leggere dal sito delle Isole Faroe: l’uccisione di questi cetacei è una tradizione molto antica che risale a 1200 anni fa ed è legata alla sussistenza: per ottenere cibo (considerato un alimento essenziale per la loro dieta), pelle per realizzare corde, grasso per ricavare olio come combustibile, stomaci come galleggianti e così via.
Ora, sempre dallo stesso sito si legge che l’economia è retta da una fiorente industria della pesca, che produce prodotti ittici di alta qualità per l’esportazione, si allevano le pecore che forniscono fino al 60% di tutti i prodotti a base di carne, si cacciano gli uccelli marini, si allevano i bovini da latte che soddisfano tutte le esigenze interne di latte, così come la coltivazione delle patate.
Insomma da quel che si legge non si comprende, come mai ci sia questo bisogno di caccia per sussistenza delle balene pilota. Questa motivazione, che poteva essere valida secoli fa, sicuramente oggi appare alquanto anacronistica, considerando che i faeroesi godono oggi di elevati standard di vita e che occorre molta fantasia per immaginare che per illuminare le loro case usino le lampade alimentate con olio di balena.

Lascio a voi trarre le conclusioni.





martedì 27 luglio 2010

Nuovo avvistamento della Foca Monaca

Alle Isole Egadi dopo cinquant’anni, è tornata a farsi vedere la foca monaca; le prime segnalazioni risalgono a marzo 2010.Sulle isole non si parla d’altro. I pescatori più anziani affermano che si tratta di due grandi esemplari. Raccontano che, ritornando al mattino molto presto a Marettimo, lasciate le reti di posta fuori dallo Scoglio del Cammello, i due eleganti mammiferi marini vanno a rubare ricciole e saraghi.



E’ sempre molto bello sentire questi racconti; un po’ di tempo fa vi avevo raccontato dell’avvistamento delle foca monaca all’Isola del Giglio.

Speriamo che ce ne siano sempre di più.

Ciao
Filo

PS: per tutto l’articolo, clicca qui

domenica 18 luglio 2010

Champagne più antico nel mondo? Trovato in fondo al mare

Nel Mar Baltico, una squadra di sommozzatori sta effettuando ricerche nel mar Baltico al largo delle isole Åland quando il 6 luglio scopre un relitto di una nave sconosciuta: sui resti non ci sono indicazioni per risalire al nome dell'imbarcazione. La visibilità sul fondo a 55 metri di profondità è bassissima: «Meno di un metro, non si vedeva niente. Allora ho trovato una bottiglia e l'ho portata in superficie, sperando che ci potesse dare un'indicazione», ha raccontato Christian Ekström, a capo della squadra di subacquei. «Sul tappo c'era il simbolo di un'ancora e, dopo alcune ricerche, la Moët & Chandon ci ha detto che un tempo la Veuve Clicquot usava questo simbolo per i suoi prodotti ed era l'unica marca di Champagne a utilizzarlo. Allora abbiamo chiamato un'enologa per vedere se era ancora bevibile. Non solo lo era, ma la conservazione perfetta (assenza di luce, temperature basse e costanti sul fondo del mare) gli ha permesso di mantenere tutte le sue caratteristiche». I sub: «Ne abbiamo bevuta una: fantastica!». Forse era un dono di Luigi XVI allo zar Pietro il Grande.

Articolo tratto da corriere.it, lo potete trovare qui

domenica 11 luglio 2010

Tentata "evasione" in Giappone

Ha provato a scappare dall'Okinawa Churaumi Aquarium, in Giappone, durante lo show al quale partecipava ormai da sei anni: davanti allo stupore di pubblico e istruttori il delfino Kuru ha superato il bordo della piscina nella quale si esibiva per poi cadere sul pavimento. Solo qualche escoriazione per il cetaceo ma molte polemiche sulle ragioni della sua fuga. Secondo Hideshi Teruya, responsabile dei delfini nel parco acquatico, Kuru sarebbe finito fuori dalla piscina per un salto accidentale ma alcuni esperti americani, che hanno analizzato il video realizzato da uno spettatore, affermano che il suo era un tentativo di fuggire dalla disperazione della cattività.

Articolo e foto, qui.